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Parliamo di noi, di voi e di libri

Il libraio e l'uomo dagli occhi lucidi.

Il 24 dicembre 2018, dopo diciotto anni, ho chiuso per sempre la porta della mia libreria a Pavia. Un addio carico di ricordi, che non immaginavo sarebbe stato segnato da un incontro impossibile da dimenticare.

Tra gli ultimi clienti di quei giorni comparve un uomo anziano. Entrò con passo incerto, quasi intimorito, e mi rivolse una richiesta semplice ma colma di attesa: un consiglio per un regalo. Cercava qualcosa per una donna che, a giudicare dal suo sguardo, gli stava più che a cuore. Quella sera stessa avrebbe cenato con lei per la prima volta.

Le sue parole tradivano emozione, ma anche un’insicurezza tenera: non sapeva descrivere davvero la signora, si conoscevano da poco. Solo un dettaglio gli uscì con certezza: amava viaggiare. Così gli misi tra le mani un libro su Parigi. Lui lo sfogliò, interessato ma dubbioso. Allora azzardai un’idea: “Accompagni il dono con una dedica. A volte sono le parole, più dei regali, a lasciare il segno.”

Il suo sguardo si illuminò, pieno di speranza. Ma non sapeva cosa scrivere. “Lo faccia lei”, mi chiese con voce quasi rotta. Presi un foglio e, senza pensarci troppo, scrissi:
“Questo è solo il libro, ma Parigi non è lontana. Se vuoi un accompagnatore, sai dove cercarmi.”

L’uomo rimase immobile, colpito, come se quelle frasi gli avessero rivelato una verità che già sentiva ma non sapeva esprimere. “Perfetto”, mormorò, “non avrei mai trovato parole così.”

Il libro fu impacchettato con cura e lui uscì dalla libreria stringendolo come un talismano.

Credevo che la storia finisse lì. Ma mesi dopo, durante un mercatino, lo rividi. Mi riconobbe al volo, con un sorriso che raccontava più di mille parole. Mi ringraziò ancora, con un’emozione che sembrava appartenere a chi aveva trovato qualcosa di prezioso.

Quella sera, raccontai tutto a Paola. “E allora?”, mi chiese, “si sono messi insieme? Sono andati davvero a Parigi?”
Non lo so. Non ho osato chiederlo. Mi è bastato vedere i suoi occhi sereni, il volto felice. Alcune domande è meglio lasciarle sospese, perché il mistero, a volte, vale più della risposta.

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